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San Girolamo racconta la memorabile storia raccontatagli da un venerabile anacoreta, di nome Malchus, che era stato lui stesso l’eroe. Un giorno aveva chiesto al suo superiore di vedere sua madre un’ultima volta prima di morire. Durante il viaggio fu sorpreso dai pirati, che lo fecero prigioniero e lo vendettero a un padrone arabo. Fortunatamente non era solo, perché uno dei suoi compagni di schiavitù era un uomo pio e timorato di Dio. I due schiavi furono costretti a lavorare duramente e subirono un trattamento crudele; decisero quindi di fuggire, e alla prima occasione raggiunsero il deserto senza essere scoperti. Erano già ben dentro il deserto quando videro una nuvola di polvere all’orizzonte: era il loro ex padrone che li inseguiva, cavalcando un dromedario. Si resero subito conto che sarebbero stati presto raggiunti e si guardarono intorno per cercare un nascondiglio. Alla fine si rifugiarono in una grotta incassata tra le rocce. Essendo la grotta profonda e buia, non osarono avventurarsi troppo lontano e si rannicchiarono in un angolo a pochi passi dall’entrata. Non appena si erano nascosti, arrivarono i loro persecutori, facendo un gran rumore e minacciandoli di terribili tormenti. Poiché nessuno rispondeva nella grotta, il padrone ordinò allo schiavo che lo accompagnava di scacciare i fuggitivi con la sua scimitarra. È entrato rumorosamente. Ma improvvisamente una leonessa, svegliata dal rumore, spuntò dalle profondità della grotta, lo uccise con un colpo di denti e lo trascinò di nuovo nella sua tana. Il suo padrone lo stava aspettando, e quando non tornò, entrò lui stesso nella grotta. Anche lui è stato ucciso dalla leonessa. I fuggitivi avevano visto dal loro nascondiglio il dramma sanguinoso che aveva appena avuto luogo e pensavano di essere perduti. Ma l’avventura ebbe un esito inaspettato. La leonessa, vedendo la sua tana scoperta, prese i suoi cuccioli uno ad uno e non tornò fino a sera. Quando venne la notte, i due fuggitivi uscirono dalla grotta e trovarono, con loro grande soddisfazione, i cammelli dei loro persecutori. Ringraziarono Dio con le lacrime, salirono in sella e con i loro eccellenti cavalli raggiunsero in pochi giorni un accampamento romano, dove furono gentilmente ricevuti. Dopo di che si sono separati per tornare al loro paese.
In presenza di tali fatti, dobbiamo gridare con Davide: «Questo è venuto dal Signore, ed è meraviglioso ai nostri occhi».
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