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Verso la metà del XIV secolo, in una radura della foresta di Lesnevian nel territorio di Elestrec in Bretagna (Francia), viveva un uomo chiamato Salaün. Gli abitanti lo chiamavano familiarmente «Il Pazzo del Bosco».
Considerato come un «innocente», Salaün mendicava il suo pane di fattoria in fattoria. Chiedeva l’elemosina, ripetendo instancabilmente: «Ave Maria! Salaün mangiava un pezzo di pane!»
Gli piaceva dondolarsi sul ramo di un albero, sopra la fontana, e cantava a piena voce: «O Maria». Allo stesso tempo, si immergeva nell’acqua fino alle spalle.
La sua morte intorno al 1358 (all’età di 48 anni) lasciò la gente indifferente. Fu sepolto nel villaggio di Lannuchen che occupa l’antico sito del cimitero e della chiesa di Elestrec (ex parrocchia di Folgoët), vicino al maniero di Kergoff. Oggi, il calvario può ancora essere visto incorniciato dalle quattro pietre ovoidali che provengono dalla sua tomba. Ma poco dopo la sua morte, fu scoperto un giglio sulla sua tomba, vicino alla quercia dove era solito dondolarsi e alla fontana dove intingeva il pane, con le parole «AVE MARIA» scritte in lettere d’oro. Quando la tomba fu aperta, si scoprì che il giglio aveva messo radici nella bocca del defunto. Il miracolo attirò rapidamente le folle e si volle costruire una cappella sulla tomba dell’«innocente».
Consapevole dei prodigi che avvenivano a Folgoët, Giovanni IV de Monfort, per farsi perdonare le esazioni commesse dai suoi alleati in tutto il Léon durante la guerra: saccheggio di chiese e monasteri, e per soddisfare il suo desiderio di costruire un santuario alla Madonna, incoraggiò la costruzione dell’attuale chiesa di Nostra Signora di Folgoët.
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