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Per liberarsi dei suoi creditori, un mercante i cui affari erano disastrosi vendette fraudolentemente tutta la sua merce a sua moglie; ma nel liberarsi degli uomini, questi due sfortunati caddero nei lacci di Satana. Il loro parroco non li ammetteva più ai sacramenti, e tutto ciò che rimaneva loro da condividere era la dannazione eterna. Un amico che era molto preoccupato per la salvezza di queste due persone e che aveva una certa influenza su di loro, li esortò a fare la restituzione e ricevette solo promesse illusorie. Mi indirizzò allora a uno dei loro vicini, un uomo onesto e religioso, perché intervenisse presso questa gente. Quest’ultimo risponde con queste fredde parole: «Oh, quando il passo è fatto!»
Il nostro uomo si rivolge infine a San Giuseppe; lo prega ardentemente di interessarsi alla sorte di questi due sventurati, di bussare per loro alla porta del cuore di Gesù e di Maria… Ebbene, di propria iniziativa, senza ulteriori esortazioni da parte di coloro che avevano cercato di riportarli all’onestà, il mercante e la sua famiglia andarono a trovare il loro amico, dichiarando che dopo tutto dovevano morire e che volevano fare ammenda per le loro ingiustizie. Il fatto è che dopo un po’ di tempo, tutti i creditori furono convocati, e fu raggiunto un accordo amichevole.
Ecco una storia che proviene da una fonte affidabile, e che ricorda la conversione miracolosa del signor Alphonse-Marie Ratisbonne a Roma, dove recitava il Memorare senza attribuirgli alcuna importanza.
La bontà di San Giuseppe è così grande che talvolta si compiace di concedere favori a coloro che lo pregano meccanicamente e senza alcuna intenzione formale di ottenere una grazia.
Molti anni fa, un giovane della città di Torino, che non aveva nessun principio religioso, avendo comprato un soldo di tabacco, cominciò a leggere il foglio in cui era rinchiuso; era una preghiera a San Giuseppe per ottenere la grazia di una buona morte. Questa preghiera, che a malapena capiva, lo interessava profondamente e gli toccava il cuore. Continuava a tornarci. I suoi compagni, incuriositi, volevano prendergli la foglia per vedere cosa contenesse, ma lui la nascose e riprese a divertirsi con loro. Tuttavia, era molto ansioso di leggere di nuovo questa preghiera, perché aveva sperimentato una dolcezza ineffabile alla prima lettura; così, non appena fu solo, si affrettò a ritornare su di essa e, siccome la ripeteva spesso, finì per conoscerla a memoria e ripeterla senza farci caso.
San Giuseppe non fu insensibile a questo omaggio involontario: toccò il cuore di questo povero giovane, che andò a presentarsi ad un buon sacerdote che lo istruì e lo riportò a Dio, al cui servizio perseverò fino alla morte.
San Giuseppe è giustamente chiamato l’avvocato delle cause disperate. Ha tutto il potere del Cuore di Gesù, che non gli rifiuta nulla.
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